Come in tutte le realtà della nostra Associazione, anche alla “D. Savio” di Corigliano d’Otranto (LE) si è deciso di realizzare delle attività che potessero impegnare i nostri ragazzi durante le ore in cui non fossero stati indaffarati con studio e sport. Così è stato concepito il laboratorio di falegnameria. Per realizzarlo ci si è rivolti al maestro Mimmo Dongiovanni, il quale ha risposto con grande entusiasmo alla nostra chiamata, aderendo con grande slancio all’iniziativa.
Quando il workshop è iniziato, i ragazzi hanno avuto la possibilità di mettere sul tavolo le proprie idee e di realizzarle, così ognuno di loro ha potuto creare l’oggetto che aveva immaginato. Grazie al fondamentale supporto del maestro Mimmo, i nostri giovani hanno appreso le tecniche di utilizzo dei vari strumenti necessari al fine di modellare il legno e successivamente hanno potuto dare spazio alla propria vena artistica colorando l’oggetto realizzato secondo i propri gusti personali.
L’enfasi con cui i ragazzi partecipavano alle attività del laboratorio era sbalorditiva; vederli attendere con trepidazione l’arrivo di Mimmo per poter plasmare il legno ci ha suggerito di proseguire nelle attività, provando a realizzare qualcosa di più elaborato. E’ così che sono nate le prime emoticon, i portachiavi, i ciondoli, passando per i panchetti, le natività e le bacheche, fino ad arrivare ai cavalli a dondolo, più complessi nella realizzazione ma sicuramente bellissimi da vedere.
Lorenzo, uno dei ragazzi ospiti della nostra struttura, ha espresso il desiderio di poter costruire uno dei cavalli e donarlo poi al suo fratellino, il quale si è dimostrato felicissimo del regalo ricevuto.
Grazie alla competenza del maestro Mimmo si è riusciti a dare vita a tante creazioni che abbiamo avuto la possibilità di esporre in occasione del Mercatino dell’Handmade tenutosi alle Officine Cantelmo di Lecce nelle giornate dell’8 e 9 dicembre, insieme a tanti altri espositori che avevano realizzato ed esposto sui loro stand i propri manufatti. Ottimo il feedback ricevuto dagli avventori, anche se la soddisfazione maggiore l’abbiamo ricevuta dai tantissimi bimbi che hanno partecipato al laboratorio dei “Piccoli Falegnami” dove i nostri stessi ragazzi, coadiuvati da Mimmo, hanno seguito e supportato i bambini nella realizzazione dei giochini in legno che hanno poi potuto portare con sé come ricordo di questi bellissimi pomeriggi.
Non sono poi mancate le sorprese: abbiamo ricevuto l’inaspettata visita di Martina, Benedetta, Anna e Alessia, quattro ragazze che negli anni scorsi hanno scelto di fare l’esperienza del Servizio Civile presso la nostra Comunità. Altra bellissima sorpresa ricevuta è stata quella di Alejandro, Abou, Amara e Angelo, ragazzi che in anni passati sono stati ospiti della nostra struttura e che hanno avuto il piacere di venire a salutarci e trascorrere qualche momento insieme a noi.
E’ stato un week-end intenso, durante il quale i nostri ragazzi si sono impegnati e divertiti allo stesso tempo, e per noi è già un bel traguardo. Sono questi i nostri Piccoli Passi.
Nicola Portaluri
Dalla festa di don Bosco, la Casa canonica è diventata casa di accoglienza per tre giovani migranti. Succede a Torre Annunziata e la canonica in questione è quella della parrocchia Santa Maria del Carmelo, affidata ai salesiani presenti nella città oplontina fin dal 1929 e divenuti, nel corso degli anni, un punto di riferimento significativo per tantissimi giovani della città e per tutto l’ambiente cittadino, dal punto di vista spirituale, ma anche civile e sociale. Quest’idea è nata nel settembre 2015, dopo aver ascoltato le parole di Papa Francesco: “Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere prossimi dei più piccoli e abbandonati. Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario ospiti una famiglia”. Da queste parole, abbiamo trovato l’ispirazione per il nostro progetto. Vogliamo rispondere concretamente all’appello del Papa, in continuità con quanto già cerchiamo di fare quotidianamente: accogliere gli ultimi, fare attenzione alla marginalità attraverso l’oratorio e la casa famiglia. Qui in parrocchia avevamo la casa canonica disabitata, e quindi abbiamo pensato di arredarla per aprirla a chi ha bisogno. Così l’abbiamo ribattezzata “Casa del Carmelo” ed é iniziata quest’avventura. Insieme alla comunità parrocchiale, abbiamo voluto rispondere fattivamente. Proprio la reazione dei parrocchiani ci ha un po’ stupito, non ci aspettavo tanta generosità. All’inizio eravamo un po’ scettici, ci sembrava un obiettivo troppo difficile da realizzare. Quando abbiamo deciso di usare la casa canonica per ospitare chi ha necessità, c’era l’urgenza di fare dei piccoli lavori nell’abitazione e arredare l’appartamento. Ora incredibilmente siamo in una situazione per la quale abbiamo più mobili dello stretto necessario, le persone hanno risposto con immenso altruismo. Siamo un territorio dotato di grande spirito di accoglienza. Ad oggi non sappiamo per quanto tempo si fermeranno i tre ragazzi. L’alloggio non è certamente pensato come una dimora fissa, ma come luogo per rispondere in modo immediato almeno ai bisogni primari o di chi è stato costretto a lasciare il proprio paese o magari a ragazzi a rischio, che divenuti maggiorenni, non possono più stare in Casa famiglia e non hanno ancora un posto dove andare. Siamo molto contenti di poter dire, che grazie al nostro aiuto, i tre ragazzi accolti, hanno già iniziato a lavorare presso alcuni ristoranti locali. Questo permette loro di cominciare a integrarsi nel nostro territorio. Una storia inizia con don Bosco e che continua .
