Dignità, rispetto ed equità per un “noi” sempre più grande.
Era il lontano 1972, quando un camion che avrebbe dovuto traportare macchine da cucire fu coinvolto in un incidente mentre attraversava un tunnel. Il mezzo però, quel giorno non trasportava solo oggetti; a bordo viaggiavano anche 28 migranti. In quel tragico impatto tutti persero la vita. A seguito di questo traumatico evento nel 2000, è stata istituita la “Giornata internazionale per i diritti dei migranti” il 18 dicembre, esattamente dieci anni dopo l’approvazione della “Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie”.
Oggi, 18 dicembre 2021, Il tema dei diritti dei migranti non è mai stato così attuale. Siamo infatti in un periodo storico in cui i migranti hanno superato i 120 milioni in tutto il mondo. Scappano dalla fame, dalle guerre, dagli effetti devastanti del surriscaldamento globale sulle loro terre; sognano prospettive di vita migliori, ma la realtà che trovano davanti è purtroppo ben diversa.
Emarginazione, sfruttamento e precarietà costellano la quotidianità di queste persone, la cui unica “colpa” è quella di essere nata dalla parte del mondo “sbagliata”.
Il tema dei migranti e la loro tutela dovrebbe stare a cuore a tutti i cittadini europei ed occidentali. Le barriere, i preconcetti e gli stereotipi dovrebbero lasciar spazio all’accoglienza, al rispetto e all’empatia, perché anche coloro che consideriamo ultimi, hanno gli stessi nostri diritti.
Significative le parole di Papa Bergoglio, che ha ribadito che tutti “siamo sulla stessa barca” e siamo chiamati a impegnarci perché non ci siano più muri a separare gli uni dagli altri, ma solo un “noi”, grande come l’intera umanità. Per raggiungere questo dobbiamo tutti impegnarci “per abbattere muri e costruire ponti”.
In questa prospettiva, le migrazioni contemporanee ci offrono l’opportunità di superare le nostre paure per lasciarci arricchire dalla diversità del dono di ciascuno. Noi tutti abbiamo la responsabilità di prenderci cura l’uno dell’altro in nome della nostra umanità.
Lorenzo Ursi – Educatore Comunità educativa “16 Agosto” di Bari