l’esplorazione della Luna e di Marte attraverso la cupola dell’Agenzia spaziale
Una mostra di grande spessore scientifico e dalla forte connotazione innovativa, patrocinata dalla Regione Puglia, in collaborazione con il Comune di Bari e con l’Agenzia spaziale italiana, quella allestita in Piazza del Ferrarese e liberamente fruibile dai cittadini. Una grande cupola arricchita con, video e immagini suggestive della Luna e di Marte, da quelle inviateci dalle prime sonde, a quelle degli ultimi atterraggi.
Lo scopo della mostra è quello di raccontare al pubblico l’excursus storico dell’esplorazione del pianeta rosso, nonché la possibilità in un futuro, non molto remoto, di colonizzare lo stesso partendo proprio dalla Luna. A far da cornice a questo scenario anche testi letterari riguardanti i miti legati ai due corpi celesti che da sempre hanno ispirato ed affascinato l’uomo.
La mostra, pone l’accento sul rinnovato interesse per l’esplorazione spaziale e sulle ultime aggiornate informazioni che pervengono dalle più tecnologiche sonde inviate nello spazio, sottolineando i promettenti feedback, i quali fanno ben sperare che, un giorno non molto lontano, potremmo probabilmente rendere Marte una seconda casa perfettamente abitabile per noi umani.
La visita si è rivelata essere un vero e proprio viaggio virtuale per i nostri ragazzi che si sono mostrati entusiasti e curiosi nei confronti della scienza e del progresso in campo astronomico. Si sa, in fondo sognare piace un po’ a tutti, farlo in grande ed oltre ogni confine fin ora immaginabile, ancor di più!
La comunità “16 Agosto” di Bari ringrazia il comune e tutti gli enti che hanno contribuito alla realizzazione di questa caleidoscopica iniziativa in forma gratuita.
Lorenzo Ursi-Educatore della Comunità “16 Agosto” di Bari
Dalla festa di don Bosco, la Casa canonica è diventata casa di accoglienza per tre giovani migranti. Succede a Torre Annunziata e la canonica in questione è quella della parrocchia Santa Maria del Carmelo, affidata ai salesiani presenti nella città oplontina fin dal 1929 e divenuti, nel corso degli anni, un punto di riferimento significativo per tantissimi giovani della città e per tutto l’ambiente cittadino, dal punto di vista spirituale, ma anche civile e sociale. Quest’idea è nata nel settembre 2015, dopo aver ascoltato le parole di Papa Francesco: “Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere prossimi dei più piccoli e abbandonati. Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario ospiti una famiglia”. Da queste parole, abbiamo trovato l’ispirazione per il nostro progetto. Vogliamo rispondere concretamente all’appello del Papa, in continuità con quanto già cerchiamo di fare quotidianamente: accogliere gli ultimi, fare attenzione alla marginalità attraverso l’oratorio e la casa famiglia. Qui in parrocchia avevamo la casa canonica disabitata, e quindi abbiamo pensato di arredarla per aprirla a chi ha bisogno. Così l’abbiamo ribattezzata “Casa del Carmelo” ed é iniziata quest’avventura. Insieme alla comunità parrocchiale, abbiamo voluto rispondere fattivamente. Proprio la reazione dei parrocchiani ci ha un po’ stupito, non ci aspettavo tanta generosità. All’inizio eravamo un po’ scettici, ci sembrava un obiettivo troppo difficile da realizzare. Quando abbiamo deciso di usare la casa canonica per ospitare chi ha necessità, c’era l’urgenza di fare dei piccoli lavori nell’abitazione e arredare l’appartamento. Ora incredibilmente siamo in una situazione per la quale abbiamo più mobili dello stretto necessario, le persone hanno risposto con immenso altruismo. Siamo un territorio dotato di grande spirito di accoglienza. Ad oggi non sappiamo per quanto tempo si fermeranno i tre ragazzi. L’alloggio non è certamente pensato come una dimora fissa, ma come luogo per rispondere in modo immediato almeno ai bisogni primari o di chi è stato costretto a lasciare il proprio paese o magari a ragazzi a rischio, che divenuti maggiorenni, non possono più stare in Casa famiglia e non hanno ancora un posto dove andare. Siamo molto contenti di poter dire, che grazie al nostro aiuto, i tre ragazzi accolti, hanno già iniziato a lavorare presso alcuni ristoranti locali. Questo permette loro di cominciare a integrarsi nel nostro territorio. Una storia inizia con don Bosco e che continua .
