Mi chiedo se sia possibile tirare le somme e raccontare già la mia esperienza, a solo un mese dall’inizio. Le incertezze subito svaniscono, quando ripenso a tutto ciò che si può imparare dopo soli trenta giorni di questa nuova avventura. Il mio nome è Gianmarco, e da come avrete già intuito, ho appena iniziato il mio anno di Servizio Civile. Ho 23 anni, e sono laureato alla Federico II in Scienze Politiche delle Relazioni Internazionali. Tifosissimo del Napoli, coltivo la passione per la musica suonando la chitarra, e per la cucina, preparando piatti tipici, dolci, pizze per i miei amici, e per i miei cari. Il mio anno di Servizio Civile, è iniziato il 2 novembre 2015 presso la Comunità “il Sogno”, presente all’interno della struttura del Centro Don Bosco. Prima di prendere servizio, è stato inevitabile per me, essere assalito da timori ed incertezze, dovute al fatto di entrare in contatto con una realtà difficile quanto bella, senza alcun tipo di esperienza in merito. Paure e dubbi però sono letteralmente svaniti in pochi giorni, anzi in poche ore, appena ho avuto il piacere di conoscere lo staff della casa famiglia, e soprattutto i ragazzi presenti in struttura. E’ quasi disarmante la facilità con la quale, sin dai primi attimi, riesci subito a percepire quanto sia radicato in comunità, il concetto di famiglia, quale insieme di persone che si vogliono bene, che vivono insieme e si aiutano a vicenda in caso di bisogno. Operatori e volontari creano la sinergia necessaria per poter offrire il miglior sostegno ai ragazzi durante il loro percorso. Fortemente formativa è la possibilità di lavorare con gli ospiti della comunità. Come è facile immaginare, si tratta di persone, alle quali la vita non ha sorriso fin dal primo giorno, ma che oggi, grazie al percorso in casa famiglia, hanno la possibilità di sperare che la vita un giorno, sorriderà anche a loro. Le esperienze negative che hanno condizionato i primi anni della loro vita, hanno fatto si che intorno a loro si creasse una corazza, ma è quasi sconvolgente la facilità con cui sono pronti a romperla, appena scorgono una persona in grado di aiutarli. In questi primi giorni di lavoro in casa famiglia, mi sono dedicato a compiti ben diversi fra loro, ma allo stesso tempo, sempre stimolanti, in quanto presente la costante possibilità di dare una mano agli ospiti della comunità. In base alle esigenze, preparo la cena, aiuto i ragazzi a fare i compiti nel pomeriggio, li accompagno giù in oratorio oppure li vado a prendere quando finiscono di allenarsi in palestra, e quando è possibile, faccio del mio meglio per coordinare anche altre attività, proprio come è accaduto in questo mese, quando io e i miei colleghi, abbiamo raccolto un ingente quantitativo di farmaci per i ragazzi della nostra e di altre comunità salesiane. Questo che è appena terminato, è solo il primo passo per me. Ne ho a disposizione altri undici, per mettermi sempre più in gioco con entusiasmo. Lo stesso che provano a metterci i ragazzi per completare il proprio percorso verso una vita sempre migliore, adesso in comunità, ma ben presto, si spera anche fuori.
Gianmarco