Ricordando Mamma Matilde

matilde sorrentinoIl 26 marzo del 2004 moriva a Torre Annunziata Matilde Sorrentino, uccisa senza scrupoli per aver denunciato le molestie subite da suo figlio e da altri bambini della città. La donna fu trucidata sull’uscio della sua casa verso ora di cena, quando la tavola era apparecchiata e regalava all’aria profumi buoni, in attesa che la famiglia si riunisse per accompagnare la giornata verso la sua dolce fine.
L’epilogo, invece, è stato ben diverso. Al suono del campanello Matilde andò ad aprire: tre proiettili la colpirono, senza darle scampo.

Torre Annunziata, in questi undici anni, è andata avanti lo stesso, è questo il paradosso del mondo: piange alle catastrofi, ma non può fermarsi. Il tempo non è una concezione relativa, il tempo passa e non perdona, ma nelle nostre mani c’è un’arma potentissima: il ricordo. Il presente non può essere passato ma può riviverlo e rendergli onore. “Dio ci ha donato la memoria, così possiamo avere le rose anche a dicembre”, ha scritto Barrie nel 1922.  Così, nell’undicesimo anniversario della morte di mamma Matilde, i Salesiani di Torre Annunziata e Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie, “Raffaele Pastore e Luigi Staiano”, hanno ricordato il suo sacrificio con una manifestazione divisa in tre tappe: preghiera e deposizione di fiori ai piedi del monumento dedicato alle vittime della camorra, in piazza Monsignor Francesco Orlando; visione del film “Le stanze aperte”, storie di ospiti dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Napoli, regia di Francesco e Maurizio Giordano; brindisi nella Casa Famiglia torrese ‘Mamma Matilde’. Parole, gesti, sorrisi e un velo di tristezza: il pensiero rende vivi. Matilde era con noi.

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