Il giorno 21 marzo 2019 ho avuto la possibilità, assieme ad un altro Volontario del Servizio Civile Nazionale, di accompagnare quattro ragazzi delle Comunità alloggio per minori “Mamma Matilde” e “Peppino Brancati” di Torre Annunziata, alla “XXIV Giornata regionale della memoria e dell’impegno” per le vittime innocenti della mafia la cui manifestazione dedicata quest’anno si è svolta ad Avellino, in concomitanza con quella organizzata a livello nazionale nella città di Padova. Ecco la testimonianza della giornata:
Stamattina la sveglia suona presto. Annuncia l’inizio di una giornata dal significato speciale, fuori dall’ordinario. I quattro ragazzi alle 8:00 in punto sono pronti, il loro volto è ancora un poco assonnato anche se i loro occhi vispi cercano qua e là indizi su cosa sta per accadere. Raggiungiamo il pullman colmo di studenti provenienti da alcune scuole superiori del territorio torrese, accompagnati dalle loro insegnanti e da Don Ciro Cozzolino, referente locale di Libera. Sistemati ognuno al proprio posto, inizia questo breve seppur intenso viaggio in nome della legalità.
Don Ciro subito entra nel vivo della giornata spiegandone al meglio il significato, perché è importante celebrarla ogni anno per ricordare le vittime innocenti della mafia, perché è importante parlarne soprattutto ai giovani sottolineando che la mafia esiste ed è concreta, dai fatti di cronaca nera più eclatanti alle manifestazioni quotidiane più subdole. I ragazzi in silenzio ascoltano e mi chiedo nel frattempo cosa stiano pensando: sono parole dure ma più che mai vere, che fanno riflettere, che riguardano tutti noi. Giunge poi il momento della testimonianza diretta grazie a Beatrice Federico, moglie di Raffaele Pastore, il commerciante torrese assassinato dalla camorra nel 1996 perché rifiutatosi di pagare il pizzo. Oggi è qui con noi e con grande commozione ci regala un dolce ricordo del marito che era un uomo amabile e rispettoso della giustizia e per questo motivo scomodo per chi non condivide il senso della parola “legalità”.
Finalmente arriviamo a destinazione e qui ci attende lo spettacolo più bello: un immenso e caleidoscopico corteo di giovani anime, accomunate dal medesimo scopo, intente a sventolare bandiere coloratissime e animando i presenti con cori, fischietti e percussioni. Ma forse lo spettacolo più bello è stato leggere l’incredulità sui volti dei nostri quattro ragazzi! Inizialmente appaiono disorientati in una situazione probabilmente inedita per loro, si tengono più in là sui margini del corteo, ma poi man mano tutto evolve con naturalezza. Comincia così la lunga camminata.
Dopo aver attraversato gli ampi viali alberati della città, la marcia culmina in Piazza Libertà dove è stato allestito un palco dal quale verranno ricordati i nomi di più di mille vittime della mafia. L’atmosfera che si respira è di comunione e freschezza giovanile, profuma di voglia di cambiamento, profuma di consapevolezza.
La presenza dei nostri quattro ragazzi è stata di fondamentale importanza, è nostra responsabilità creare occasioni di confronto con il mondo fuori, con i temi che colpiscono purtroppo le nostre città e che quindi ci riguardano direttamente, ma non solo. È di vitale importanza indebolire la loro sensazione di sentirsi “pesci fuor d’acqua”. In quel corteo tutte le menti, nessuna esclusa, non sono già compiute, è possibile ancora educarle alla legalità e al senso di giustizia, ovvero, in ultima analisi, educarle ad essere libere.
Martina Federico, volontaria Servizio Civile Nazionale Comunità alloggio “Mamma Matilde”.