Cristian, ospite della Comunità Educativa “D. Savio” di Corigliano d’Otranto (LE), ci parla della sua esperienza al Museo di Storia Naturale.
C’è un luogo magico, in Salento, fuori dal tempo. E’ il Museo di Storia Naturale di Calimera (LE), il più esteso dell’Italia meridionale con i suoi 2000 metri quadri di superficie espositiva.
L’area si sviluppa secondo sezioni diversificate. Si parte dal Vivarium, dove gli anfibi vengono ospitati in grandi vasche che ricreano il loro habitat naturale e che vengono lasciate aperte per permettere al visitatore di interagire con lo stesso ambiente, diventandone così parte attiva e integrante. Di importanza rilevante anche la sezione che si occupa di malacologia, con una collezione di conchiglie tra le più grandi del Sud Italia e che rivestono un importante interesse didattico oltre che di ricerca scientifica. L’area che invece ospita la sezione di paleontologia custodisce reperti di provenienza soprattutto estera recuperati durante le spedizioni organizzate dal Museo, ma presenta anche fossili di origine salentina, numericamente ben rappresentati. Altre sezioni che stimolano il coinvolgimento dei visitatori sono quelle dell’astronomia, della tassidermia, della botanica e dell’ embriologia. Un vero e proprio universo da scoprire e da cui farsi conquistare.
La Comunità Educativa “D. Savio” di Corigliano d’Otranto collabora da diverso tempo con l’associazione che gestisce il Museo di Storia Naturale del Salento, ben disposta ad accogliere i nostri ragazzi, i quali sono felici di prestarsi a questo tipo di attività, immersi nella natura e a diretto contatto con animali di ogni specie. Anche con i dinosauri, le cui riproduzioni in grandezza naturale saranno esposte negli spazi del Museo fino al prossimo mese di febbraio.
Quest’anno è Cristian ad avere la fortuna di trascorrere parte delle sue giornate tra le bellezze del Parco faunistico. E lui, all’apparenza timido e schivo, ha pian piano abbandonato la sua ritrosia per concedersi a questa esperienza, giungendo poi a parlarne in termini entusiastici con gli operatori.
Queste le sue parole: “Da quando ho iniziato a lavorare al Museo mi trovo molto bene, l’accoglienza che mi hanno dato è stata fantastica. C’è sempre lavoro da fare: oltre a tenere in ordine gli ambienti del Museo occorre anche curare l’orto botanico. I momenti che mi sono piaciuti di più sono stati due. Uno è legato al giorno in cui abbiamo ospitato alcuni ragazzi disabili: con loro abbiamo curato l’orto e piantato le verdure. L’altro è stato quando abbiamo organizzato l’esposizione dei dinosauri. Erano grandissimi e abbiamo dovuto spostarli con la gru. Una volta messi al loro posto abbiamo ricoperto le zampe con le foglie. Spero di poter continuare ancora a dare una mano al Museo perché per me è una bellissima esperienza. Grazie a tutti”.
Nicola Portaluri, educatore comunità educativa “Domenico Savio”