Eid, ragazzo egiziano accolto da pochi mesi in Casa Pinardi a Caserta ha raccontato la sua storia, dinanzi ad un gruppo di famiglie della parrocchia salesiana di Torre Annunziata, facendosi testimone di tanti altri ragazzi che come lui lasciano la terra di origine. L’ incontro voluto per presentare una storia, un’esperienza concreta quella dell’ “ero forestiero e mi avete accolto”, esperienza che Papa Francesco invita a vivere nell’anno giubilare della misericordia e non solo.
La presenza di Eid ha destato diversi interrogativi: le difficoltà che incontrano gli stranieri quando arrivano in un altro paese ; le motivazioni che li portano a lasciare la famiglia, gli affetti; le speranze, i sogni, le aspettative che hanno per il futuro… . In quell’ occasione si è parlato anche dei paesi del mondo in cui i cristiani vengono maggiormente perseguitati, dove l’ essere cristiani vuol dire spesso essere emarginati, esclusi e in alcuni casi, ammazzati. Fra questi c’è anche l’Egitto.
Eid ha iniziato a raccontarsi con un po’ di imbarazzo messo subito da parte dopo poche domande… -La “pasta” tutti i giorni – simpaticamente ha risposto, quando gli è stato chiesto cosa è che non gli piace dell’Italia…
La sua è una storia comune a molti altri ragazzi, un viaggio difficile durato undici giorni su un barcone stracolmo di donne, bambini e giovani. Eid proviene da uno dei tanti villaggi egiziani, dove la vita è fatta di stenti, l’acqua razionalizzata. Avendo pochissima conoscenza dell’occidente, ha anche scoperto che nel resto del mondo non si parla la stessa lingua del suo villaggio. Pensava di trovare subito un lavoro, ma non è stato così.
Ha raccontato la vita dei cristiani della sua terra, Gesù trovò rifugio in Egitto, scappando da Erode. Oggi in tanti scappano dall’Egitto per inseguire una vita diversa, un’esistenza migliore. Racconta infatti di episodi molto brutti, terrificanti, di chiese che vengono bombardate e uomini che vengono uccisi dai terroristi dell’Isis, solo perché cristiani. Ascoltando la storia di Eid riflettevo su quanti egiziani vengono trucidati e neanche lo sappiamo, quanti cristiani vengono ammazzati e i media non informano… Questo è il mondo, non possiamo cambiarlo ma possiamo almeno provare, conoscendo, informandoci, viaggiando, a maturare una sensibilità diversa verso lo straniero. Impariamo a maturare l’idea che la terra non è della singola persona, ma di tutti gli esseri umani.
Eid a giugno compirà 18 anni e dovrà lasciare la nostra comunità…gli operatori si sono impegnati a trovargli un lavoro. Ce l’hanno fatta e ora il ragazzo è in un ristorante vicino casa.
Eid, quale è il tuo sogno oggi? “Aprire un ristorante tutto mio così tutti potrete venire a mangiare da “tito” è così che mi lascio chiamare…