Sabato 3 marzo 2018, le quattro comunità alloggio per minori site in campania e gestite dalla nostra associazione, hanno partecipato all’iniziativa “ DONA” RACCOLTA ALIMENTARE CON IL BANCO DELLE OPERE DI CARITA’.
I Volontari del servizio civile insieme agli operatori e ospiti delle comunità “Il Sogno”, “Mamma Matilde” , “Casa Pinardi” E “Peppino Brancati” si sono impegnati attivamente per la realizzazione di questo evento nazionale di sensibilizzazione e di raccolta degli alimenti di prima necessità per portare aiuto concreto a coloro che vivono una condizione di povertà in Italia.
I nostri ragazzi impegnati dalla mattina, sono riusciti a raccogliere un ingente quantitativo di prodotti, donati dai clienti dei supermercati aderenti all’iniziativa. Armati di pettorina, brochure e tanta buona volontà, hanno sensibilizzato molte delle persone che hanno varcato la soglia d’ingresso dei supermercati assegnategli, ottenendo un risultato davvero consistente. I loro occhi erano increduli per quello che stavano facendo e mai avrebbero pensato un giorno di partecipare ad una manifestazione per aiutare il prossimo. Fortemente formativa è stata quest’esperienza per gli ospiti delle comunità. Il rapporto con il pubblico, e il buon esito della loro attività, rappresenta un vero successo. BRAVI BRAVI BRAVI. Un ringraziamento speciale va ai supermercati: Tuodì S.p.a., di Boscotrecase; Supermercati Decò di Cominvest Srl di Torre Annunziata; Supermercati Decò di Trecase che con la loro disponibilità hanno reso possibile questo evento.
Educatore comunità “Mamma Matilde” ROSARIO BALZANO
Dalla festa di don Bosco, la Casa canonica è diventata casa di accoglienza per tre giovani migranti. Succede a Torre Annunziata e la canonica in questione è quella della parrocchia Santa Maria del Carmelo, affidata ai salesiani presenti nella città oplontina fin dal 1929 e divenuti, nel corso degli anni, un punto di riferimento significativo per tantissimi giovani della città e per tutto l’ambiente cittadino, dal punto di vista spirituale, ma anche civile e sociale. Quest’idea è nata nel settembre 2015, dopo aver ascoltato le parole di Papa Francesco: “Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere prossimi dei più piccoli e abbandonati. Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario ospiti una famiglia”. Da queste parole, abbiamo trovato l’ispirazione per il nostro progetto. Vogliamo rispondere concretamente all’appello del Papa, in continuità con quanto già cerchiamo di fare quotidianamente: accogliere gli ultimi, fare attenzione alla marginalità attraverso l’oratorio e la casa famiglia. Qui in parrocchia avevamo la casa canonica disabitata, e quindi abbiamo pensato di arredarla per aprirla a chi ha bisogno. Così l’abbiamo ribattezzata “Casa del Carmelo” ed é iniziata quest’avventura. Insieme alla comunità parrocchiale, abbiamo voluto rispondere fattivamente. Proprio la reazione dei parrocchiani ci ha un po’ stupito, non ci aspettavo tanta generosità. All’inizio eravamo un po’ scettici, ci sembrava un obiettivo troppo difficile da realizzare. Quando abbiamo deciso di usare la casa canonica per ospitare chi ha necessità, c’era l’urgenza di fare dei piccoli lavori nell’abitazione e arredare l’appartamento. Ora incredibilmente siamo in una situazione per la quale abbiamo più mobili dello stretto necessario, le persone hanno risposto con immenso altruismo. Siamo un territorio dotato di grande spirito di accoglienza. Ad oggi non sappiamo per quanto tempo si fermeranno i tre ragazzi. L’alloggio non è certamente pensato come una dimora fissa, ma come luogo per rispondere in modo immediato almeno ai bisogni primari o di chi è stato costretto a lasciare il proprio paese o magari a ragazzi a rischio, che divenuti maggiorenni, non possono più stare in Casa famiglia e non hanno ancora un posto dove andare. Siamo molto contenti di poter dire, che grazie al nostro aiuto, i tre ragazzi accolti, hanno già iniziato a lavorare presso alcuni ristoranti locali. Questo permette loro di cominciare a integrarsi nel nostro territorio. Una storia inizia con don Bosco e che continua .
