Il primo dicembre, alcuni ragazzi delle comunità della Campania gestite dell’Associazione Piccoli Passi Grandi Sogni Onlus, insieme agli alunni della scuola media Valdocco del Centro don Bosco di Napoli, hanno partecipato al progetto berti”La legalità si tinge di verde” del Forum Regionale dei Giovani – Campania.
L’iniziativa si è svolta presso il “Fondo rustico Amato Lamberti” di Chiaiano, luogo simbolo della lotta anticamorra. Il fondo di 14 ettari, infatti rappresenta il primo bene agricolo partenopeo confiscato alla camorra, nello specifico al clan Simeoli, ed occupato.
L’intensa mattinata, ricca di spunti di riflessione, è terminata poi con la piantumazione di piantine di peschi che resteranno al Fondo Rustico dove l’associazione “(R)esistenza Anticamorra”, opera con successo.
Questo gesto importantissimo ha avuto anche una spinta “social”, grazie all’hashtag #piantiamola di fare finta di niente, che oltre a lanciare un significativo messaggio, rimanda all’attività di cui i ragazzi sono stati protagonisti.Un’iniziativa davvero unica, grazie alla quale, giovani ragazzi hanno potuto vedere e aiutare a contribuire al miglioramento di uno dei luoghi più significativi nel panorama della lotta alle mafie.
Adesso, come riportato sulla pagina facebook di “Studenti contro la Camorra”, “dove una volta imperava la camorra ora germoglia una terra di lavoro e di legalità”.
Dalla festa di don Bosco, la Casa canonica è diventata casa di accoglienza per tre giovani migranti. Succede a Torre Annunziata e la canonica in questione è quella della parrocchia Santa Maria del Carmelo, affidata ai salesiani presenti nella città oplontina fin dal 1929 e divenuti, nel corso degli anni, un punto di riferimento significativo per tantissimi giovani della città e per tutto l’ambiente cittadino, dal punto di vista spirituale, ma anche civile e sociale. Quest’idea è nata nel settembre 2015, dopo aver ascoltato le parole di Papa Francesco: “Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere prossimi dei più piccoli e abbandonati. Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario ospiti una famiglia”. Da queste parole, abbiamo trovato l’ispirazione per il nostro progetto. Vogliamo rispondere concretamente all’appello del Papa, in continuità con quanto già cerchiamo di fare quotidianamente: accogliere gli ultimi, fare attenzione alla marginalità attraverso l’oratorio e la casa famiglia. Qui in parrocchia avevamo la casa canonica disabitata, e quindi abbiamo pensato di arredarla per aprirla a chi ha bisogno. Così l’abbiamo ribattezzata “Casa del Carmelo” ed é iniziata quest’avventura. Insieme alla comunità parrocchiale, abbiamo voluto rispondere fattivamente. Proprio la reazione dei parrocchiani ci ha un po’ stupito, non ci aspettavo tanta generosità. All’inizio eravamo un po’ scettici, ci sembrava un obiettivo troppo difficile da realizzare. Quando abbiamo deciso di usare la casa canonica per ospitare chi ha necessità, c’era l’urgenza di fare dei piccoli lavori nell’abitazione e arredare l’appartamento. Ora incredibilmente siamo in una situazione per la quale abbiamo più mobili dello stretto necessario, le persone hanno risposto con immenso altruismo. Siamo un territorio dotato di grande spirito di accoglienza. Ad oggi non sappiamo per quanto tempo si fermeranno i tre ragazzi. L’alloggio non è certamente pensato come una dimora fissa, ma come luogo per rispondere in modo immediato almeno ai bisogni primari o di chi è stato costretto a lasciare il proprio paese o magari a ragazzi a rischio, che divenuti maggiorenni, non possono più stare in Casa famiglia e non hanno ancora un posto dove andare. Siamo molto contenti di poter dire, che grazie al nostro aiuto, i tre ragazzi accolti, hanno già iniziato a lavorare presso alcuni ristoranti locali. Questo permette loro di cominciare a integrarsi nel nostro territorio. Una storia inizia con don Bosco e che continua .
