Oggi vi racconterò la storia di Lamin, un ragazzo originario del Gambia, che a 17 anni ha lasciato il suo paese per inseguire il suo più grande sogno: affermarsi nel mondo del calcio.
Prima di lasciare il Gambia, Lamin ha raccontato di aver vissuto periodi estremamente difficili, dovuti allo stato di povertà in cui si trova la sua famiglia, e di aver visto con i suoi occhi cose orribili, come la morte, e le tragedie causate dalla guerra.
Sono proprio questi i motivi per cui, nell’aprile del 2016, Lamin, incoraggiato anche dalla sua famiglia, ha deciso di lasciare i sui affetti e il suo paese, per intraprendere il “viaggio verso la terra “promessa” con una sola “valigia” piena di speranze e sogni.
Purtoppo, già da i primi chilometri percorsi, Lamin ha capito che il percorso da affrontare non sarebbe stato privo di insidie, pericoli e difficoltà. Passato per il Senegal, ed attraversato il Mali, è arrivato a Cercle de Bouren dove è stato arrestato perchè non aveva i soldi per pagare una tangente alla polizia locale. Una volta rilasciato, ha raggiunto Niamey , dove è stato costretto a dormire in strada per più di un mese, e ha venduto frutta e verdura per racimolare i soldi necessari per continuare il viaggio.
Da Sabha ha quindi raggiunto la Libia. Da li il lungo calvario in macchina per cinque giorni, senza acqua e cibo per arrivare a Tripoli. Dalla capitale libica ha finalmente preso l’imbarcazione stracolma che lo ha portato in Italia, meta di un viaggio lungo, duro, ma soprattutto doloroso. Durante la traversata, infatti, Lamin ha visto morire tra le sue braccia, due dei suoi compagni di viaggio.
Appena arrivato nella comunità “Mamma Matilde” di Torre Annunziata, Lamin si è mostrato timido ma anche pieno di speranze verso il futuro. Educato ed obbediente nei confronti di tutto lo staff, è stato fin da subito molto disponibile anche nel servizio verso i propri compagni di comunità, aiutandoli spesso nelle diverse attività quotidiane.
Ci ha sempre mostrato grande interesse per le cose, e un’immensa voglia di imparare, visto che in Gambia non ha mai avuto la possibilità di frequentare la scuola dal momento che ha sempre lavorato, sin da bambino.
Lamin ha subito raccontato la sua storia a noi educatori, ma soprattutto ci ha reso partecipi della sua passione per il calcio, e della sua volontà di sfondare nel mondo del pallone per aiutare la sua famiglia in Gambia.
Purtroppo però, iter burocratici e meccanismi di difficile comprensione, rendono il sogno di Lamin, impossibile da realizzare, e quindi, con il passare del tempo ha messo da parte il suo sogno, iniziando quindi ad imparare un mestiere, allo scopo di raggiungere l’autonomia, anche economica, per aiutare la sua famiglia.
Grazie alla disponibilità della “Pizzeria Fratelli Caponi”, del nostro territorio, che già in passato ci ha aiutato a favorire l’inserimento professionale dei nostri ragazzi, Lamin ha iniziato una fase di tirocinio per apprendere il mestiere di pizzaiolo. Accolto con grande entusiasmo dallo staff della pizzeria, il ragazzo ha iniziato a svolgere le mansioni più semplici fino ad apprendere tutti i segreti del mestiere.
E’ così il suo impegno e la sua dedizione, sono stati finalmente premiati con il primo contratto lavorativo.
Un piccolo ma importante passo verso un futuro, speriamo, migliore.
Rossella Tufo
Educatrice Comunità “Mamma Matilde”